
Duemila Voci è l'insieme dei progetti di arte contemporanea firmati da Francesca Grosso, a partire dal 2018, con la tecnica del Calligramma Artistico e del Calligramma Artistico-Sociale. La parola scritta diviene una risorsa multiforme che attraversa allo stesso tempo il campo della linguistica e quello dell’arte visiva.
Le serie di opere fatte di parole, sono realizzate a partire da testi poetici o letterari, interviste o raccolte di testimonianze collettive su temi sensibili e argomenti scelti, oppure opere realizzate con testi originali scritti dall'artista.
La scrittura, libera e non vincolata ai modelli calligrafici, si sviluppa come materiale pittorico trasformando il tempo lento dello scrivere in metafora di attenzione, dedizione, ascolto e partecipazione. Le domande, i giochi linguistici, le parole, i libri, l'espressione e la condivisione diventano una forma di resistenza contro l'incedere violento dell'iper-informazione. Attraverso domande, giochi linguistici, libri e parole condivise, e mediante la partecipazione corale del Calligramma Artistico-Sociale, Duemila Voci trasforma linguaggio e scrittura in strumenti di riflessione e connessione collettiva, offrendo una forma di resistenza all’incedere dell’iper-informazione contemporanea.

La voce dei 2000
La Voce dei 2000 (2018–2023) è il primo progetto di calligrammi sociali di Francesca Grosso, nato nell’ambito dei progetti Duemila Voci. L'artista ha raccolto circa 250 interviste da giovani nati nel 2000, provenienti da tutta Italia, invitandoli a rispondere a 17 domande aperte sul mondo, sulla percezione della diversità, sulle nuove tecnologie, sulla scuola e sulla cultura, su amore, paura, guerra, potere e libertà. Il progetto ha creato uno spazio di ascolto e condivisione: l’artista si è presentata come un “foglio bianco” senza giudizio, dove ragazzi e ragazze hanno potuto scrivere ed esprimersi liberamente, raccontando sogni, paure e malesseri. In questo modo, si è valorizzata la consapevolezza generazionale e la forza delle idee, offrendo uno stimolo a pensare e a immaginare un mondo migliore, a condividere e a lasciare una testimonianza.
Nel 2023, il progetto è stato esposto integralmente alla Casa del Municipio Roma I Centro, con una selezione di opere Duemila Voci firmate dall’artista. L'esposizione ha incluso proiezioni interattive e un'esperienza sonora a cura di Francesca Grosso e Valerio Mileto, arricchendo il percorso espositivo e offrendo una dimensione immersiva al pubblico.
Voci dalla Quarantena
Voci dalla Quarantena (2020) nasce come risposta all'emergenza sanitaria globale, con l'intento di offrire uno spazio di espressione e ascolto in un momento di incertezze e difficoltà. Attraverso l'invio di messaggi privati o commenti sui social media, partecipanti di diverse età e provenienze hanno condiviso pensieri, poesie, sogni, speranze e sfoghi. L'artista ha selezionato i contributi più evocativi, trasformandoli in opere visive attraverso la tecnica del calligramma artistico, in cui le parole stesse formano l'immagine.
Ogni contributo è stato pubblicato quotidianamente sulle pagine social del progetto, creando una sorta di "quaderno immaginario" collettivo. Questo archivio visivo ha documentato le emozioni condivise durante il lockdown, offrendo uno spunto di riflessione e connessione in un periodo di distanziamento fisico.



L'urlo di Penelope
L’Urlo di Penelope (2020-2023) è una serie di opere e performance ideate da Francesca Grosso, che prendono il mito di Penelope come punto di partenza per riflettere sulla condizione femminile e sulla violenza di genere. Penelope, simbolo epico di fedeltà coniugale e figura subordinata alla volontà maschile, diventa qui metafora di tutte le voci storicamente negate: di chi è discriminato, messo a tacere, nascosto o escluso dal racconto pubblico.
L’opera si interroga: se Penelope avesse potuto raccontare la propria storia, quale sarebbe stata la sua voce? E, più in generale, quale suono assume la voce di chi ha perso o di chi non ha voluto combattere, di chi vive nascosto o oppresso? L’Urlo di Penelope immagina una risposta potente: un urlo collettivo e stratificato, composto dalle voci di coloro che per secoli non hanno avuto spazio, tanto forte da rigenerare simbolicamente un nuovo inizio, un vero e proprio “Big Bang” di libertà e possibilità di espressione. L’atto creativo diventa così una forma di denuncia, ma anche di riconoscimento, di condivisione e rigenerazione: le parole scritte e pronunciate nelle prime due performance nel giardino del Museo MAXXI di Roma, per l'evento Bambuse, realizzato in collaborazione con UVA e Female Cut italia ha visto la realizzazione di due urli in grande formato (2,50mx3 m). Il primo sulla violenza di genere, il secondo sull'aspettativa di genere. Il terzo urlo realizzato in collaborazione con l'associazione InOltre, realizzato con i nomi delle vittime di femminicidio, è stato esposto in numerose sedi pubbliche e istituzionali di città italiane, amplificando il messaggio di memoria, visibilità e partecipazione collettiva. Un quarto urlo è stato realizzato in occasione dell'8 Marzo 2022 in diretta tramite social.
Duemila voci sull'amore
Opere realizzate con poesie e testi classici che trattano il tema dell'amore in tutte le sue accezioni.


Frasi di senso computer
Esercizio poetico collettivo che invita a riflettere sul linguaggio attraverso l'ironia e la creatività. L'artista ha proposto settimanalmente sulla sua pagina Instagram @duemilavoci una parola "grigia" proveniente da registri tecnici, burocratici o militari, come ad esempio protocollo, desettorializzazione, vidimare, rogito, autofatturante. Il pubblico era invitato a trasformare queste parole in frasi poetiche, anche apparentemente prive di senso, dando loro nuova vita e colore. Ogni settimana, le migliori creazioni venivano raccolte in un calligramma corale, unendo le voci dei partecipanti in un'opera collettiva ironica. Questo progetto ha stimolato la fantasia e la partecipazione attiva, trasformando termini tecnici in espressioni artistiche e promuovendo una riflessione sul linguaggio quotidiano.
Who's your enemy?
Opera corale realizzata nel 2023 in occasione del Kunstkiosk, evento di Poesia Visuale a Düsseldorf, organizzato dall'artista Vera Vorneweg. Artiste partecipanti: Francesca Grosso, Vera Vorneweg e Nadine Pitthan.
L’evento ha unito letture, esposizioni di opere e musica, creando un’esperienza immersiva di poesia visiva. Tra i momenti principali, Francesca Grosso ha letto con traduzione simultanea un suo testo dal titolo Il nome dell'altro. E ha realizzato una performance di scrittura dal vivo intitolata "Who’s Your Enemy?”, durante la quale i partecipanti hanno espresso la propria concezione della parola “nemico”.
L’opera finale principalmente in lingua tedesca, è stata composta dai contributi dei presenti in più lingue, con traduzione italiano-tedesco a cura di **Elisa Harnischmacher e Arnold Hütten. L’iniziativa ha valorizzato la partecipazione collettiva e ha stimolato la riflessione sull’alterità attraverso l’arte visiva e la parola scritta.


Migliaia di persone come una
Il progetto Migliaia di persone come una Duemila Voci per l’Università di Bologna è un’opera corale realizzata dall’artista Francesca Grosso in collaborazione con l’Università di Bologna, in occasione dell’Alma Mater Fest 2023, evento annuale dedicato all’accoglienza delle nuove studentesse e studenti dell’Ateneo. L’opera è stata ideata per celebrare il valore della partecipazione collettiva e della condivisione. Le testimonianze raccolte dall’Università sulle esperienze di chi ha dato e ricevuto aiuto durante la prima alluvione dell’Emilia-Romagna sono state elaborate e trasformate dall’artista in un calligramma collettivo: un’opera visiva in cui le parole diventano materia prima per costruire un’immagine simbolica, rappresentativa dell’impegno e della solidarietà della comunità.
L’opera è stata successivamente donata all’Università di Bologna, entrando a far parte del patrimonio culturale dell’Ateneo e diventando un segno tangibile della forza della partecipazione collettiva. Il progetto ha ricevuto attenzione e apprezzamento da parte della stampa che ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa nel valorizzare il ruolo delle comunità e la partecipazione pubblica.
Poesia in forma di foglia
Poesia in forma di foglia è un progetto poetico e visivo in cui ogni foglia diventa il corpo di una poesia. Le opere nascono da testi di autori e autrici della letteratura classica e moderna, riscritti e reinterpretati attraverso la forma naturale della foglia. Ogni poesia è stata suggerita sulla pagina Duemila Voci.
In anticipazione del libro "Vietato ai poeti guardare la luna" in cui: "le parole come foglie secche (..) venivano raccolte e distrutte in apposite discariche".
La poesia diviene simbolo di fragilità e potenza.


Vietato ai poeti guardare la luna
Vietato ai poeti guardare la luna, racconto illustrato edito da Splen Edizioni, segna l’esordio letterario di Francesca Grosso.
In un mondo dominato dalla freddezza dei codici, dal funzionalismo e dalla burocrazia, l’arte, la poesia e la bellezza sono diventate reati. Gli artisti scompaiono uno dopo l’altro, la parola poetica è bandita e la luna — simbolo eterno d’ispirazione — viene oscurata.
In questo scenario distopico, Elide, prigioniera del Sistema di Quadratura e costretta a sbucciare mandarini sugli autobus per sopravvivere, trova un oscuro messaggio che la spinge a tentare la fuga.
Testo e immagine si fondono, si scambiano di ruolo, danno vita a un gioco di codici, poesie e citazioni che coinvolge il lettore in un’esperienza di scoperta e riflessione.
Un racconto che invita a difendere la bellezza e la libertà dell’immaginazione e della parola in un mondo che tenta di cancellarle.